Al Mudec di Milano, per la prima volta assoluta in un museo pubblico, la personale su Banksy senza l’autorizzazione di Banksy (il quale si è già dissociato, in passato, da altre mostre sulle sue opere.)
Da mercoledì 21 novembre a domenica 14 aprile 2019 il Mudec ospiterà “The Art of Banksy, a visual protest“.
Il progetto espositivo, curato da Gianni Mercurio, raccoglie in un unico luogo pubblico per la prima volta oltre 70 lavori tra dipinti, sculture, prints dell’artista inglese, corredati di oggetti, fotografie e video, che racconteranno attraverso uno sguardo retrospettivo l’opera e il pensiero di Banksy.
Queste la parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala relativamente a questa esibizione: “Banksy ha recentemente sorpreso il mondo dell’arte con l’autodistruzione programmata della sue Bambina con palloncino durante un’asta londinese. Milano, che da mesi aveva in calendario al mostra al MUDEC, dimostra di aver fatto ancora una volta centro nell’esplorazione della contemporaneità con un’offerta espositiva scientificamente consapevole.”
Banksy si presenta al mondo dell’arte nel 2006, durante una festa per Damien Hirst, facendo recapitare la rappresentazione di uno dei tanti topi da lui scelti come simbolo dell’ambiente urbano con la scritta You lie (Tu menti).
Nel 2008, i due artisti, realizzano un’opera comune, intitolata Keep It Spotless, venduta da Sotheby’s per la cifra record di 1,8 milioni di dollari. Da quel momento Banksy diviene uno degli artisti più richiesti al mondo. C’è chi sostiene che Hirst possa essere lo stesso Banksy, o che la loro opera sia legata in una sorta di collettivo. Certo è che, da allora, le loro strade si incrociano con assidua periodicità.
E’ invece datata 2009 la mostra da lui stesso organizzata al Bristol Museum che ha contato più di 300.000 visitatori. Per sviluppare questo progetto, permettendo a Banksy di mantenere il proprio anonimato, pare che la direttrice del Museo sia stata sufficientemente coraggiosa da lasciare incustodito, su richiesta dell’artista, il Museo per due giorni durante i quali lui e il suo collettivo hanno curato l’allestimento. Nel percorso al MUDEC sono presenti due manifesti della comunicazione di questa mostra.
La mostra presentata al MUDEC si articola attraverso quattro sezioni che portano ad una riflessione critica su quale sia – e quale potrà essere – la collocazione di Banksy in un contesto più generale della storia dell’arte.
Banksy si impegna anche a sostegno del popolo palestinese, in conflitto con Israele, soffermandosi sulla negazione di umanità e sull’umiliazione causate dalla divisione, dai posti di blocco e dalle perquisizioni quotidiane. Un lavoro emblematico, non benevolmente accolto dal popolo locale, è quello in cui un soldato controlla i documenti a un asino.
Una delle sue cifre stilistiche sta nel non seguire regole e nell’infrangere divieti: basti pensare che si è introdotto nei più grandi musei del mondo come il Louvre e il MOMA, estraendo i propri quadri dalle buste che aveva con sé e appendendo alle pareti opere come la Gioconda con il volto da smile e la lattina di Campbell Soup trasformata in una zuppa della Tesco.